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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Libertà / Via della Libertà

Cocaina a Villa Zito, dopo il patteggiamento dello chef Di Ferro condannati pusher e dipendenti

Oltre 7 anni per i fratelli Salvatore e Gioacchino Salamone, che dovranno pagare rispettivamente multe da 54 e 60 mila euro. Pene inferiori per i tre ex dipendenti che sarebbero stati coinvolti nel giro

Dopo il patteggiamento dello chef Mario Di Ferro per il giro di spaccio a Villa Zito, arrivano altre cinque condanne. Il giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta ha inflitto 7 anni a Salvatore e Gioacchino Salamone che dovranno rispettivamente pagare delle multe di 54 e 60 mila euro. Un anno e 4 mesi invece per Pietro Accetta e Gaetano Di Vara, un anno invece a Giuseppe Megna. Le pene sono state ridotte di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Per i fratelli Salamone è scattata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e lo stato di interdizione legale per la durata della pena.

Mario Di Ferro, che ha patteggiato 4 anni evitando il carcere, era stato arrestato il 29 giugno dell'anno scorso dalla polizia, al termine delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Giovanni Antoci. Con lui furono bloccati anche Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati in passato per spaccio, ma pure Gaetano Di Vara, Giuseppe Megna e Pietro Accetta. Questi ultimi tre, ex dipendenti di Villa Zito, erano stati sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L'indagine fece molto scalpore e in realtà Di Ferro era già finito ai domiciliari mesi prima perché era stato sorpreso a cedere cocaina a Giancarlo Migliorisi, allora capo della segreteria tecnica della presidenza dell'Ars, che per questa vicenda fu licenziato dal presidente in carica, Gaetano Galvagno. Gli investigatori hanno mandato avanti l’attività con appostamenti e intercettazioni che avrebbero consentito di accertare 29 episodi di cessione di cocaina avvenuti dentro e fuori Villa Zito.

Di Ferro: "Non sono uno spacciatore, nella città che mi ha giudicato il 70% tira cocaina"

Durante le indagini, registrando anche le conversazioni tra i dipendenti del ristorante era emerso che in realtà tutti sarebbero stati al corrente del presunto giro di spaccio. Di Ferro aveva però negato di lucrare con la droga: "Chi mi conosce - aveva detto a PalermoToday durante un’intervista - sa che non sono uno spacciatore perché se avessi voluto arricchirmi con la droga, avrei fatto il narcotrafficante, non lo spacciatore. Ho aiutato degli amici, perché funziona così e ho sbagliato. Ma in questa città il 70 per cento della popolazione fa uso di cocaina”.

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