rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. “Nomen omen”, locuzione latina che significa “un nome, un destino” o “il destino nel nome”: per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto “I cognomi come brand”, “marchio” che ti accompagna per tutta la vita, insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito.

Cognomen omen

L'origine dei cognomi Inzerillo, Chiarenza, Valore o Valori e Tutino

L'origine dei cognomi Inzerillo, Chiarenza, Valore o Valori e Tutino

Inzerillo

(come Cesare Inzerillo, scenografo e scultore)
Il cognome Inzerillo, con la "in" inserita per epentesi, è generato da ipocoristici di soprannomi dialettali che hanno alla base il vocabolo greco “xeros” (Ξερός) che significa "arido, secco, asciutto", probabilmente riferiti tali soprannomi a capostipiti provenienti da zona arida, asciutta, o che in essa avessero abitazione, o anche a loro particolari condizioni fisiche (eccessivamente magri, secchi). Secondo altra ipotesi la “in” potrebbe indicare l’ingresso di una persona nella famiglia Zirilli o Zerillo (= sposata con Zirilli). (E. Rossoni, “L’origine dei cognomi italiani, storia ed etimologia”). Inzerillo ha molte varianti: Inzerillo, Inzirilli, Inzirillo, Zerillo, Zerilli, Zirillo, Zirilli. Inzerillo ha il ceppo principale e più numeroso in Sicilia, ed è diffuso soprattutto nel Palermitano (Palermo, Bagheria, Capaci, Partinico, San Cipirello, Misilmeri, Carini, Isola delle Femmine, Terrasini, Casteldaccia, Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia, Monreale, Borgetto, ecc.), nel Trapanese (Partanna, Castelvetrano, Mazara del Vallo, Trapani, Erice, Paceco, Salaparuta, Marsala, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Menfi, Racalmuto, ecc.). Fuori dell’isola alcune famiglie Inzerillo sono attestate anche in Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria.

Riferimenti storici e personaggi: Cesare Inzerillo (Palermo 1971), scenografo; giovanissimo diventa scenografo di teatro e di cinema per Daniele Ciprì e Franco Maresco, collabora alla scenografia di molti film, fra cui “Il ritorno di Cagliostro” e “Nuovomondo”. Diventa noto al grosso pubblico per la serie scultorea delle “Mummie”, simili a quelle delle catacombe dei Cappuccini di Palermo. Poi collabora con Oliviero Toscani e Vittorio Sgarbi con i quali realizza le installazioni scultoree per il Museo della Mafia di Salemi, dedicato a Leonardo Sciascia. Collabora con Vittorio Sgarbi per il Museo della Follia. Giovanni Inzerillo (Palermo, 1982), docente universitario, scrittore. Laurea in Lettere classiche a Palermo, master in editoria a Roma. Docente universitario a contratto, ha insegnato Letteratura italiana contemporanea, Epistemologia e didattica della Letteratura italiana, Laboratorio di scrittura italiana all’università di Palermo; ha insegnato anche in università estere (Belgio). Ha al suo attivo la pubblicazione di monografie (su Paolo Ruffilli, su Italo Calvino ed altri), saggi su riviste e blog letterari, poesie, romanzi e saggi vari. Fra i suoi libri: “Il gioco della passione”, 2004; “La virtù della frivolezza. Saggio sull’opera di Paolo Ruffilli”, 2009; “La ‘pulce’ musicale di Italo Calvino e Allez-hop”, 2015; “Ruffo”, 2019. Marco Inzerillo (Palermo 1978, ingegnere gestionale con varie esperienze in aziende multinazionali (Fincantieri, Telecom, Tecnomatix) e master in Fashion retail alla Bocconi, School of management. In poco tempo ha trasformato la sua azienda famigliare, ereditata dal padre, da negozio cittadino ad importante boutique, grazie al consolidato e-commerce e ai trunk show itineranti che hanno raggiunto Mosca, San Pietroburgo, New York, Tokyo, Hong Kong. I trunk show sono eventi in cui vengono presentati in anteprima le nuove collezioni di abiti. Irene Inzerillo (Palermo), titolare della cattedra di Lettere e pratica pianistica al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo, ideatrice del progetto Gmc (Giovani Mìmusicisti del Conservatorio) dedicato alla preparazione alla carriera concertistica di giovani di particolare talento. Dal 2000 ha avviato un’intensa attività didattica che ha portato i suoi allievi ad essere ammessi in accademie internazionali, ad esibirsi in importanti sale concertistiche nazionali ed internazionali, a vincere concorsi nazionali ed internazionali, a partecipare ad importanti festival musicali.

Chiarenza

(come Nerina e Salvatore Chiarenza, artisti del carretto siciliano)
Etimologicamente Chiarenza deriva dalla cognominizzazione del nome proprio di persona Clarus (femminile Clara) usato nel medioevo cristiano in onore di vari santi con tale nome, ma soprattutto per il culto a Santa Chiara d’Assisi, fondatrice delle suore Clarisse. Il significato del nome, derivato dall’aggettivo latino clarus-clara-clarum, è quello di chiaro, manifesto, famoso, lucente. Chiarenza potrebbe, in alcuni casi, derivare da forme ipocoristiche di soprannomi indicanti località, contenenti la radice Chiara, presenti in Italia, e riferiti a luoghi di provenienza dei capostipiti. Il cognome è presente soprattutto in Sicilia ma è noto anche in Lombardia e in Piemonte e, a macchia di leopardo, in alcune altre regioni italiane (Liguria, Lazio, Toscana, Veneto, ecc.). In Sicilia è diffuso in gran parte nel Catanese (in più di 30 comuni, fra cui Catania, Acireale, Aci Sant’Antonio, Misterbianco, Aci Catena, Mascalucia, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo, San Gregorio, Aci Castello, Belpasso, San Giovanni La Punta, San Pietro Clarenza, Valverde, Paternò, ecc.), nell’Agrigentino (in circa 10 comuni, fra cui Casteltermini, Favara, Grotte, Canicattì, Racalmuto, Ribera, Agrigento, ecc.), nel Palermitano (in circa 10 comuni, fra cui Palermo, Termini Imerese, Balestrate, Bagheria, Villabate, Piana degli Albanesi, ecc.), nel Trapanese (in circa 10 comuni, fra cui Castellammare del Golfo, Salaparuta, Alcamo, Custonaci, Trapani, ecc.), nel Siracusano (Lentini, Siracusa, Avola, Floridia, ecc.), nel Messinese (Messina, Milazzo, Valdina, Taormina, ecc.), nel Nisseno (Riesi, Caltanissetta, Gela, San Cataldo, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi: Un’antica e nobile famiglia siciliana, detta Clarenza o Chiarenza, fu fregiata dei titoli di principe, marchese, barone, nobile dei principi. Ad essa appartennero molti illustri personaggi che ebbero titoli ed importanti cariche pubbliche in varie città siciliane. Un Giuseppe Marino Chiarenza (o Clarenza) nel 1779 acquistò il paese di San Pietro, nel Catanese, che da allora prese il nome di San Pietro in Clarenza. Nerina Chiarenza (Acireale 1934) e Salvatore Chiarenza (Acireale 1936), fratelli, figli d’arte, conservano l’eredità di quattro generazioni di produttori di carretti siciliani. Sono stati iscritti nel “Registro regionale delle eredità immateriali della Sicilia” e nel libro dei Tesori umani viventi che contribuisce alla tutela e alla promozione dei tesori culturali dell’arte. Nerina è l’unica donna custode della tradizione della costruzione di carretti siciliani. Salvatore si dedicava anche alla scultura dei carrelli, lei dipingeva i carrelli, le chiavi dei carrelli, i “casciafusi” e le sponde dei carretti. Gaetano Chiarenza (Varapodio, Reggio Calabria 1943 – Messina 2011), pittore e scultore; il suo talento viene “scoperto” nel 1992, nell’ospedale psichiatrico Mandalari di Messina, dove Gaetano era da tempo ricoverato per una forma di schizofrenia disorganizzata. Qui, sotto la guida di un vero artista, Stello Quartarone, lui e un gruppo di altri pazienti decidono di dipingere le pareti dell’ospedale con murales con immagini della mietitura. E' una rivelazione. Gaetano disegna e dipinge su cartoncini e su vecchie lenzuola soggetti religiosi e ritratti. Poi scolpisce blocchi di tufo e le sue opere trovano molti acquirenti. Così fino al 2006, quando Gaetano viene colpito da un ictus. Muore nel 2011. Marcello Chiarenza (1955), nato in Sicilia, laureato in Architettura a Milano, opera in diversi ruoli: scultore, pittore, scenografo, conduttore di laboratori, autore e regista teatrale. Ha lavorato con diversi gruppi di prosa, opera e teatro per ragazzi a Torino, Ravenna, Milano, Modena, Palermo, Bergamo, Bologna.

Valore o Valori

(come Aldo Valori, scrittore e giornalista)
Valore e Valori (ed anche i loro derivati Valoriano, Valoroso ed altri) hanno alla base nomi augurali medievali formati come augurio di alte doti e capacità per il bambino così denominato. Valore, a sua volta, deriva dal termine latino “valens” che significa, appunto, “colui/colei che vale” o “colui/colei che è in salute”. Valore è cognome raro, è diffuso quasi interamente in Sicilia, nel Messinese (Sant’Agata Militello, Naso, Messina, Torrenova, San Marco d’Alunzio, Pace del Mela, Alcara Li Fusi, San Teodoro, Acquedolci, Capri Leone, ecc.), nel Catanese (Paternò, Catania, Tremestieri Etneo, Aci Sant’Antonio, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Palazzo Adriano, Bagheria, Cefalù, ecc.), nell’Agrigentino (Santa Margherita Belice, Menfi, ecc.), nell’Ennese (Catenanuova, Centuripe). 

Riferimenti storici e personaggi: i Valori furono una casata fiorentina detta anche di Valore, che aveva discendenze dalla famiglia dei Rustichelli. Essi ebbero per capostipite un Valore di Orlando Rustichelli; Taldo di Valore di Rustichelli fu per quattro volte priore e ambasciatore a Venezia nel 1328 e tanti altri personaggi della famiglia ebbero titoli e cariche pubbliche. Dalla casata originaria generarono due ramificazioni con sede a Treviso e Vicenza. Il ramo fiorentino dei Valori si estinse nel 1687. Giuseppe Valore (Palermo 16/11/1967), laurea in Architettura, dottorato di ricerca dell’architettura e del paesaggio all’università di Palermo, è specializzato nella progettazione di interni per spazi residenziali e commerciali (interior design). Aveva collaborato per alcuni anni con lo studio di progettazione Calò e Morisi, occupandosi di edilizia residenziale e commerciale. Aldo Valori (Firenze 6/6/1882 – Pisa 5/12/1965), scrittore e giornalista, esperto di questioni militari, inviato speciale e, nel corso della Seconda guerra mondiale, commentatore radiofonico. Lavorò prima a La Nazione di Firenze, poi al Resto del Carlino, al Corriere della Sera, a Il Messaggero. Ha pubblicato libri per ragazzi e numerosi volumi di storia militare. “Pur accettando di prendere la tessera fascista, ebbe con il regime un rapporto distaccato, imparziale e distaccato”: nel 2003 è stato pubblicato dalla Editori Riuniti di Roma il libro “Aldo Valori. Il fascista che non amava il regime”, curato da Valentina Tonelli Valori. Tra i cinque figli di Aldo Valori vanno citati Paolo Valori (Bologna 28/3/1919 – Roma 23/12/2003), gesuita e teologo; professore di Filosofia morale, insegnò per alcuni anni nel liceo di Mondragone, in Campania, e, per 26 anni, nella Pontificia università gregoriana e lateranense. Fra le sue pubblicazioni, numerose sono quelle dedicate alla storia della filosofia contemporanea e al rapporto fra filosofia e scienze umane; Michele Valori (Bologna 23/6/1926 – Roma 16/10/1979), urbanista e architetto. Vincitore di molti concorsi per piani regolatori, svolse numerosi incarichi da società pubbliche e private operanti negli investimenti per l’edilizia residenziale e per i servizi; Bice Valori (Roma 13/5/1927 – Roma 17/3/1980), attrice brillante e comica e conduttrice televisiva, moglie dell’attore Paolo Panelli.

Tutino

(come Saverio Tutino, giornalista e scrittore)
Questo cognome è probabilmente un toponimico generato da Tutino, frazione del comune di Tricase in provincia di Lecce, il cui nome deriva dall’espressione latina “toti in uno” (tutti in uno) per via del confluire, intorno al secolo XII, degli abitanti di alcuni villaggi vicini verso l’attuale sito del paese (unico centro). Secondo E. De Felice e M. Francipane, il cognome Tutino deriverebbe dal nome augurale medioevale Diotaiuti del quale sarebbe un aferetico abbreviato: Taiuti, Tuti, Tutino (alterato diminutivo). 
Tutino è diffuso soprattutto nelle regioni meridionali (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria), ma ha piccoli nuclei anche in altre regioni italiane: Lazio, Lombardia, Piemonte, ecc. Nella nostra Isola è presente in particolare nel Catanese (Palagonia, Catania, Aci Catena, Militello Val di Catania, Valverde, Riposto, San Gregorio di Catania, Sant’Agata Li Battiati, ecc.), nel Palermitano (Bagheria, Palermo, Santa Flavia,  Altofonte, Corleone, Casteldaccia,  Trabia, ecc.), nell’Agrigentino (Cattolica Eraclea, Palma Montechiaro, Burgio, Agrigento, Sciacca,  ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Carlentini, Augusta), nel Nisseno (Delia, Caltanissetta).

Riferimenti storici e personaggi: Saverio Tutino (Milano 7/7/1923 – Roma 28/11/2011), giornalista e scrittore, ex partigiano; ha collaborato con giornali come Vie Nuove, L'Unità, e La Repubblica. Ha lasciato una ricca produzione saggistica e di ricerca storica; ha fondato l’Archivio diaristico nazionale che raccoglie quasi diecimila scritti autobiografici di italiani, memorie individuali che rappresentano pezzi di storia d’Italia. Nel 2011, al momento della sua scomparsa, era direttore culturale del Premio Pieve e della Fondazione archivio diaristico nazionale. A lui oggi è dedicato il Piccolo museo del diario, fondato nel 2013 a Pieve Santo Stefano. Nel 2023, nel centenario della nascita, Saverio Tutino è sato commemorato con l’emissione di un francobollo postale. Marco Tutino (Milano 30/5/1954), compositore. Nel 2007 è stato Presidente della giuria del concorso “2 agosto”, voluto dall’Associazione dei famigliari delle vittime della strage di Bologna del 1980. Tra le sue composizioni musicali Interessanti il “Requiem” eseguito nella Cattedrale di Palermo nel marzo del 1993 in memoria dei morti nelle stragi di mafia e “Canto di pace” per tenore composto su testo di Giovanni Paolo II e interpretato da Placido Domingo nel 2003. Fra le più recenti: "La lupa e il Berretto a sonagli" rappresentate al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania. Opere di Marco Tutino sono state eseguite nei maggiori teatri italiani, alla Scala di Milano, al Teatro dell’Opera di Roma, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro comunale di Bologna, ed anche in teatri esteri, nei Paesi Bassi, in Austria, Ungheria, Gran Bretagna, Francia, Germania. Franco Tutino (Siderno 13/12/1947), professore emerito di Economia degli intermediari finanziari all'università La Sapienza di Roma. Ha diversi incarichi professionali in enti pubblici e privati ed esercita attività di consulenza in materia bancaria, finanziaria, aziendale. E' autore di numerosi volumi in materia bancaria e finanziaria pubblicati dalle case editrici Il Mulino, Bancaria Editrice, Laterza, ecc. nonché di saggi pubblicati sulle principali riviste del settore. Maria Luisa Tutino (Napoli), professore associato di Chimica e biotecnologie delle fermentazioni al dipartimento di Scienze chimiche dell’università Federico II di Napoli. Mamma e ricercatrice, studia una terapia per la malattia di sua figlia, la sindrome da deficienza del gene Cdkl5. E' membro dell’editorial board della rivista Microorganisms ed autrice di più di 50 pubblicazioni su riviste internazionali ed è stata componente del Direttivo nazionale della società Simgbm.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'origine dei cognomi Inzerillo, Chiarenza, Valore o Valori e Tutino

PalermoToday è in caricamento